Le vittorie al primo turno di Ravenna e, soprattutto, Genova, raccontano il percorso che il centrosinistra deve mantenere per costruirsi alternativa credibile e vincente alla destra di governo. Un’alternativa non ideologica, ma costruita su un progetto di governo capace di dare quelle risposte ai bisogni del Paese che il l’esecutivo Meloni non sta dando.
La Sindaca Salis ha saputo usare le parole giuste, nella sua campagna elettorale, per disegnare questo progetto: non guardiamo indietro, né di lato, ma solo avanti. Perché questo chiedono i cittadini. Lo hanno chiesto anche a Giorgia Meloni, nel 2022. Rimanendo, evidentemente, alla luce del voto di ieri, delusi.
I cittadini ci chiedono una migliore sanità, con più risorse per assumere medici ed infermieri necessari a rispondere tempestivamente all’accresciuta domanda di salute di una popolazione sempre più anziana.
Maggior potere d’acquisto per salari che devono crescere tramite la contrattazione e attraverso la crescita della produttività, che è il grande problema del lavoro in Italia.
Una migliore istruzione, attraverso un maggior riconoscimento, anche economico, del ruolo del corpo docente, che deve esser messo in grado di poter costruire quella scuola inclusiva che combatte la dispersione e l’abbandono.
Una diversa gestione degli inevitabili processi migratori, per far sì che questi riescano ad incontrare le grandi necessità di lavoratori di cui il sistema Paese, a natalità zero, ha bisogno.
È vero, l’alternativa si costruisce partendo dal programma. Che, però, deve essere fatto di cose concrete, misurabili nel tempo, supportate da coperture economiche certe. E incarnato da candidati capaci di rappresentarlo. E realizzarlo.
Sono convinta che il voto di Genova e di Ravenna attiverà questo processo: perché uniti lo si riesce ad esserlo, e a farsi percepire come tali, se si condividono obiettivi e strumenti per raggiungerli.