Finalmente, nella seduta del 12 e 13 luglio, abbiamo concluso l’attività della commissione di inchiesta sulle infiltrazioni criminali in Toscana, comunemente conosciuta come ‘commissione keu’, in quanto nata a seguito dell’emersione dell’indagine sull’illecito smaltimento del rifiuto prodotto dalla depurazione dei fanghi dell’industria del cuoio.
Al centro della discussione, che ha assorbito tutti i lavori consiliari della seduta, le due relazioni presentate: quella di maggioranza, da me predisposta e condivisa con il collega Sguanci di Italia Viva, e quella delle minoranze, che ha messo insieme Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Movimento 5 Stelle. Uniti nel cercare di dimostrare ciò che non è dimostrabile, perché, semplicemente, fuori dalla realtà: una qualche responsabilità della maggioranza che governa la Regione nell’illecito smaltimento imputato alla ditta Lerose, che, secondo gli inquirenti, avrebbe avvelenato terreni un po’ in tutta la Toscana, a cominciare da quelli interessati dalla famosa variante alla strada provinciale 429 della Valdelsa.
I lavori della commissione hanno invece chiaramente fatto emergere come gli operati di Regione e Arpat siano sempre stati corretti e rispettosi delle leggi, e che il famoso emendamento alla disciplina regionale sullo smaltimento dei reflui industriali – emendamento mai applicato e poi revocato – non ha nulla a che fare con quell’illecito smaltimento.
Peccato che la pervicacia con cui centrodestra e Cinque Stelle hanno inutilmente provato a dimostrare la loro teoria abbia fatto perdere tempo prezioso, alla Commissione, che sarebbe stato opportuno invece dedicare al tema, vero, dei rischi di infiltrazioni criminali nel tessuto economico toscano, stressato dal Covid e messo ora in ulteriore difficoltà dal caro energia e dal caro materie prime (QUI la relazione di maggioranza, con le sei proposte operative).