D come … DIRITTI

Cosa abbiamo fatto

L’affermazione dei diritti sanciti dalla nostra Costituzione esige un impegno quotidiano, un’azione amministrativa responsabile e attenta a garantirne l’effettivo godimento, un’iniziativa legislativa, anche, che li tuteli dai rischi dei processi di cambiamento portati, inevitabilmente, dalla diversità.

In questi cinque anni abbiamo, infatti, integrato lo stesso Statuto, inserendoci il diritto di fare sport per stare bene, la tutela e la valorizzazione dei beni comuni, intesi quali beni materiali, immateriali e digitali che esprimono utilità funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali della persona, al benessere individuale e collettivo, alla coesione sociale e alla vita delle generazioni future, promuovendo forme diffuse di partecipazione nella gestione condivisa e nella fruizione dei medesimi, la promozione dell’economia circolare, quale modello economico idoneo a rigenerarsi da solo, attraverso la valorizzazione degli scarti di consumo, l’estensione del ciclo vita dei prodotti, la condivisione delle risorse, l’impiego di materie prime seconde e l’uso di energia da fonti rinnovabili.

Con la legge regionale numero 60 del 18 ottobre 2017 abbiamo adottato le disposizioni generali sui diritti e sulle politiche per le persone con disabilità, per promuovere e assicurare i diritti della persona con disabilità sulla base dei principi di eguaglianza, non discriminazione e inclusione sociale, riconoscendo per la prima volta per via legislativa il progetto di vita indipendente, per la realizzazione della massima vita indipendente possibile.

Con la legge regionale numero 45 del 17 luglio 2019 abbiamo emanato le disposizioni per la tutela dei bisogni essenziali della persona umana, al fine di escludere l’abbandono e l’emarginazione di chi, anche straniero, dimora in Toscana ed è privo di mezzi di sostentamento.

Con la legge regionale numero 81 del 6 agosto 2020 abbiamo disciplinato la promozione delle politiche giovanili regionali, con l’obiettivo di favorire il pieno sviluppo della personalità dei giovani sul piano culturale, sociale, economico e professionale.

Nel corso della decima legislatura regionale, infine, abbiamo confermato autonomia, ruolo e funzioni degli istituti di garanzia della Regione Toscana – Difensore Civico, Garante dei Detenuti, garante dell’Infanzia -, come la convinzione che il mantenimento di tre distinte figure, contrariamente alla scelta fatta da altre regioni, favorisca il perseguimento delle finalità preposte alla loro attività.

 

Cosa vogliamo fare

In un tempo sconvolto dall’epidemia abbiamo compreso quanto l’uguaglianza e le pari opportunità siano strettamente legate al superamento del “digital divide”. Diventa perciò urgente affermare , prima, e declinare in politiche regionali, poi, il diritto alla connessione (DIRITTO ad INTERNET) in Toscana. Non una mera enunciazione teorica, ma l’onere per l’Istituzione Regione di garantire alla comunità toscana l’accesso alla rete e ai suoi servizi perché la cittadinanza sia piena, per tutti (CITTADINANZA DIGITALE).

Garantire il diritto delle donne a poter conciliare, realmente, la vita familiare con quella lavorativa, realizzando la piena (diffusione dell’offerta in tutto il territorio) e accessibile (sostegni di natura economica e flessibilità di orario dei servizi) disponibilità dei servizi alla prima infanzia (fascia 0-6), realizzando compiutamente IN TUTTA LA TOSCANA il sistema di educazione pubblico integrato.

Adeguare la legge toscana – legge regionale 59 del 2009 – in materia di tutela degli animali all’evoluzione della sensibilità collettiva, favorendo al contempo il collocamento in famiglia degli ospiti di canili e oasi feline, supportando economicamente le fasce a reddito minore nei costi di cura degli animali d’affezione, superando la vendita degli stessi nei mercati e nelle fiere, rendendo la Toscana legittimamente ‘free area’ dagli spettacoli viaggianti con l’impiego di animali.

Sostenere il diritto dei Toscani a vivere nei territori periferici, disponendo, inizialmente in via sperimentale, misure di integrazione al reddito attraverso ‘patti di comunità’ che responsabilizzi il cittadino a prendersi cura del territorio in cambio di compensazioni economiche.