I dazi di Trump all’Europa, se la minaccia dovesse diventare realtà, rappresenterebbero un grosso problema per l’economia Toscana. La cui situazione economica è stata recentemente fotografata dall’Irpet, nel suo tradizionale rapporto annuale. Che ci consegna una regione che tiene, con un andamento del Pil ancora positivo.
L’istituto regionale di analisi economica ci dice che perdura il calo di produzione industriale, mentre tengono turismo ed esportazioni. L’occupazione cresce ancora, ma inizia a mostrare segni di rallentamento. E che per il 2024 e 2025 la crescita del prodotto interno lordo deve dire grazie alla spinta dei progetti PNRR e al recupero di consumi e investimenti privati. Ma una volta esauriti questi, conclude Irpet, la crescita potrà restare positiva soltanto con un aumento strutturale della produttività.
Ed è questo il vero tema della competitività di tutta l’economia italiana. Che condiziona anche la necessaria crescita delle retribuzioni. Solo l’aumento della produttiva può, infatti, generare positive dinamiche sui salari. Perché va bene il salario minimo. Ma non può essere sufficiente per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori e delle loro famiglie.
Far crescere la produttività è un obiettivo che non possono, però, raggiungere da sole le singole regioni. Pur investendo centinaia di milioni di euro, come sta facendo la Toscana, di fondi strutturali in innovazione di impresa e in settori produttivi a più alto valore aggiunto.
C’è bisogno, infatti, di un piano europeo di forti e duraturi investimenti, concentrato sull’innovazione e sulla transizione ecologica sostenibile.
Al Governo nazionale c’è da chiedere, perciò, che faccia squadra, in Europa, per costruire – presto e bene – questa assolutamente necessaria strategia. Perché il bilateralismo Italia – Usa, che sembra voler coltivare in via prioritaria la Presidente del Consiglio, non potrà essere di aiuto in questa fondamentale partita.