Per un Regione come la Toscana che vuole costantemente innovare – nell’economia, nella società, nei servizi, nei diritti – diventa fondamentale il sostegno alla ricerca, precondizione ineludibile ad ogni processo di innovazione.
La Toscana è luogo di centri di ricerca di eccellenza, basti pensare alla presenza di tre atenei universitari, della Scuola Normale Superiore, della Scuola Sant’Anna e di molti diffusi centri di ricerca e incubatori di impresa.
In questi cinque anni l’attenzione ed il sostegno alla ricerca è stato centrale nelle politiche regionali di tutti i settori, a cominciare, ovviamente, da quello delle attività produttive. Dove il sistema produttivo manifatturiero, in particolare, è caratterizzato prevalentemente da piccole e medie imprese con un tasso di spesa in ricerca e sviluppo endemicamente basso ed una oggettiva difficoltà a costituirsi, in autonomia, un rapporto diretto con il mondo della ricerca.
In questo contesto ha operato il Programma Operativo Regionale FESR 2014-2020, con l’asse numero 1 dedicato proprio a rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione, al quale la Regione ha destinato 139,7 milioni di euro dei 792,5 disponibili per l’attuazione di tutto il programma.
Con tre priorità tecnologiche, individuate con la “Strategia regionale di Ricerca e Innovazione per la Smart Specialisation in Toscana” che fa leva su tre priorità tecnologiche: ict-fotonica, fabbrica intelligente, chimica e nanotecnologie, che rappresentano bacini di competenze nei quali la Toscana esprime eccellenze scientifiche, competenze tecnologiche, infrastrutture di ricerca ed un tessuto produttivo in grado di valorizzare specifici investimenti strategici con ampie ricadute sul territorio.
Il sostegno regionale alla ricerca non si è limitato solo al settore produttivo manifatturiero, ma ha avuto anche una sua consistente iniziativa nell’ambito sanitario, attraverso i bandi di ricerca in sanità, indirizzati agli operatori del sistema sanitario regionale, supportati con una dotazione di 29,3 milioni di euro. Nel 2020, poi, emanato uno specifico bando di ricerca in sanità dedicato all’emergenza sanitaria Covid-19, con una dotazione ad ora ammontante a 18 milioni di euro.
Nell’ambito del Programma Operativo Regionale del Fondo Sociale Europeo, destinati 14,7 milioni di euro per il finanziamento di assegni di ricerca e altre forme di alternanza fra alta formazione, lavoro e ricerca; 4,9 milioni di euro per percorsi di alta formazione e ricerca (AFR), composti da periodi di formazione post laurea all’estero e seguiti da periodi di ricerca presso università, centri di ricerca e imprese; 32 milioni di euro per corsi di laurea e post laurea organizzati in rete fra università e enti di ricerca anche in collaborazione e con il cofinanziamento di imprese.
Cosa volgiamo fare
Con la nuova programmazione dei fondi comunitari per il settennato 2021-2027, implementare il sostegno alla ricerca nei settori ambiente e agricoltura, con particolare riguardo, per il primo, al tema gestione sostenibile dei rifiuti e, per il secondo, alla produzione di colture a basso impatto ambientale e migliorative delle matrici ambientali.
Rafforzare il rapporto fra centri di ricerca e sistema scolastico e della formazione professionale, per un trasferimento di competenze funzionale alla miglior incontro fra domanda ed offerta di lavoro qualificato in Toscana.
Implementare la ricerca in sanità, rafforzando le relazioni fra sistema sanitario, sistema universitario, strutture di eccellenza nella ricerca sanitaria e biomedicale (Fondazione TLS), attraverso la redazione di uno specifico Piano Regionale per la Ricerca in Sanità di durata quinquennale.
Attivazione di specifici protocolli localizzativi che portino centri di ricerca pubblici e privati in Toscana, attraverso incentivi economici e agevolazioni amministrative, fiscali, economiche, urbanistiche.