U come… ungulati

Cosa abbiamo fatto

Una eccessiva presenza di ungulati è un problema presente e percepito nel territorio, particolarmente dai nostri agricoltori, il cui prezioso lavoro, spesso, viene rovinato dalla presenza soprannumeraria di cinghiali, cervi, daini. D’altronde in Toscana la superficie forestale complessiva supera quota 1 milione e 200.000 ettari, pari al 53,4% del territorio toscano, e per estensione della superficie boscata la provincia di Arezzo, con 179mila ettari, è seconda solo a Firenze.

Per provare a risolvere l’eccessiva presenza di ungulati la Regione nel febbraio 2016 ha approvato la legge numero 10, conosciuta come “Legge Obiettivo”, il cui scopo era quello, appunto, di garantire, in un triennio, una migliore gestione di questi animali, individuando le aree problematiche per una o più specie di ungulati selvatici, denominate in termini gestionali e non biologici come “aree non vocate”, ove la gestione doveva essere di tipo non conservativo, e le “aree vocate”, ove la gestione sarebbe invece stata di tipo conservativo, e realizzando, attraverso adeguate forme di gestione faunistico-venatoria e di controllo, gli obiettivi previsti nelle aree a diversa vocazionalità. La legge ha prodotto, nel 2018 e nel 2019, una riduzione dei danni accertati alle coltivazioni del 60% rispetto agli anni precedenti.

Sempre in materia di contenimento degli ungulati, con deliberazione del Consiglio regionale numero 77 del 1° agosto 2018 si è proceduto, mediante stralcio del paino faunistico ventario regionale, alla revisione delle aree vocate e non vocate alla specie cinghiale, indicando quali aree non vocate alla presenza del cinghiale le aree coltivate soggette a danni documentati nel quinquennio precedente, le aree coltivate potenzialmente danneggiabili anche in presenza di opere di dissuasione, i terreni potenzialmente coltivabili da rimettere a coltura, comprese le frazioni boscate e cespugliate tra loro intercluse, attestandone i confini lungo linee fisiche di facile identificazione

A fine dicembre 2019 ha preso avvio il procedimento per la formazione e approvazione del nuovo Piano Faunistico Venatroio regionale, il primo dalla riforma delle funzioni in materia di caccia e pesca, trasferite dalle Province alla Regione nel 2015 in attuazione della riforma Del Rio. Il documento preliminare al Piano, discusso a gennaio in Consiglio regionale, riconosce la necessità che, in sede di pianificazione del territorio ed agricola, dovrà essere adeguatamente previsto il futuro assetto agricolo e forestale,valutando anche l’inserimento nel nuovo Programma di Sviluppo Rurale di misure tese alla valorizzazione delle attività agricole che facilitino la creazione di habitat adeguati alla presenza di fauna stanziale di piccola taglia, incentivando il recupero produttivo di aree marginali, oggi abbandonate per mancanza di redditività e che potrebbero, invece, ricreare la necessaria fascia di protezione tra il bosco e le aree produttive, creando i presupposti per un migliore controllo anche della presenza di ungulati.

Nel luglio 2020 il Consiglio regionale ha approvato la legge numero 61, che ha introdotto sostanziali innovazioni alla legge regionale 3 del 1994 (la legge regionale sulla caccia). Per quanto riguarda la gestione faunistico venatoria degli ungulati, le nuove disposizioni introducono la disciplina del prelievo a scalare secondo le scelte degli ATC, in area vocata e non vocata, fino all’80% della pianificazione del prelievo, o in rapporto ai danni effettivamente prodotti dagli ungulati alle produzioni agricole. Danni il cui indennizzo è posto dalle nuove norme a carico degli ATC , nel rispetto di specifiche linee di indirizzo assunte dalla Gi unta regionale. alle richieste di controllo della fauna selvatica di cui al l’articolo 37 della legge (Controllo fauna selvatica nelle zone vietate alla caccia.

Sempre nel luglio 2020, il Consiglio ha approvato la Risoluzione numero 323, da me sottoscritta con il capogruppo Marras, in materia di misure preventive e di protezione alle coltivazioni ed allevamenti avverso i danni causati da fauna selvatica, che impegna il Governo regionale ad “abilitare proprietari e/o conduttori di fondi rustici dotati di porto d’armi, iscritti agli ambiti territoriali di caccia (ATC), a procedere direttamente all’abbattimento di ungulati, previa comunicazione alla Polizia Provinciale o alla Polizia della Città metropolitana di Firenze, al fine di rimuovere il rischio del danno alle produzioni, assicurando precise modalità di coordinamento con le stesse autorità amministrative competenti”.

Cosa vogliamo fare

Approvare un Piano Faunistico Venatorio regionale che consenta di contenere gli ungulati all’interno delle aree vocate, creando l’equilibrio fra attività agricola e attività venatoria, attraverso l’implementazione delle zone cuscinetto e una migliore attività di programmazione dei prelievi da parte di Regione e ATC.

Attuare la Risoluzione del Consiglio regionale numero 323 del luglio 2020 per l’abilitazione degli agricoltori a intervenire nell’abbattimento degli ungulati.

Migliorare le convenzioni sottoscritte dalla Regione con le Amministrazioni Provinciali per l’avvalimento dei corpi di polizia provinciale nell’esercizio delle funzioni di autorizzazione e controllo agli interventi di selezione e di contenimento degli ungulati.

Implementare le risorse a disposizione degli ATC per gli indennizzi agli agricoltori che hanno subito danni alle proprie produzioni dalla presenza di ungulati.