Avere ancora Sergio Mattarella al Quirinale è la certezza di poter contare su un garante della Costituzione, su un servitore della Comunità nazionale equilibrato, su una figura rispettata ed apprezzata dalle cancellerie mondiali. A Sergio Mattarella dobbiamo dire grazie, innanzitutto per il senso di responsabilità che lo ha convinto ad accogliere l’invito del Parlamento, rinunciando al progetto di vita che aveva già programmato.
Quel suo senso di responsabilità che deve essere anche nostro, garantendo quel azione di governo necessaria per sostenere la lotta al Covid e la stabilità della ripartenza attraverso la corretta gestione delle opportunità offerte dal PNRR.
Nessuna forza politica si può ad esso sottrarre. Nessuna fibrillazione pre-elettorale può giustificare cedimenti su questi impegni. Quelli per la cui garanzia il Presidente ha derogato alle sue profonde e sincere convinzioni istituzioni. E alle sue aspettative personali.
Condividere questo senso di responsabilità, agendo conseguentemente nelle settimane e nei mesi a venire, è l’unico antidoto contro la sfiducia già diffusa verso il sistema dei partiti, così evidente nel dato sulla partecipazione al voto registrato nelle ultime tornate e negli ultimi appuntamenti elettorali.
La ricostruzione del rapporto con i cittadini, per i partiti, passa infatti dalla capacità di dimostrarsi, ora, davvero responsabili. Come Sergio Mattarella.
Per la politica assumere questo senso di responsabilità vuol dire anche essere conseguente al dolore ella commozione unanimemente e sinceramente provata per la prematura scomparsa di David Sassoli. Che del senso di responsabilità aveva dato ampia prova. Gli aggettivi – che si sono spesi per lui hanno disegnato, e disegnano, un modo di essere che dovrebbe rappresentare chi fa politica. Provare ad essere un po’ più come lui restituirà credibilità al sistema e fiducia nella gente. Proviamoci. In tutti gli schieramenti.