Sono trascorsi trenta mesi dalla prima seduta del Consiglio regionale. Inaugurammo l’undicesima legislatura nel pieno del Covid, con l’urgenza di organizzare il complesso sistema di vaccinazione.

Questa prima metà di legislatura ci ha visto subito alle prese con questioni importanti: la campagna vaccinale, appunto, il recupero – in corso – dei ritardi nell’erogazione dei servizi sanitari ordinari, scombussolati dal Covid, l’atterraggio in Toscana dei progetti del PNRR, le difficoltà per imprese e famiglie date dalla guerra, con la crisi energetica e l’inflazione. Ora la questione migranti.

Con fatica, con determinazione, con la consapevolezza dei limiti di una finanza pubblica in sofferenza e con un governo, ora, sordo ai bisogni dei territori (di tutti, a cominciare da quelli amministrati dal centrodestra), credo che il lavoro fatto abbia soddisfatto la fiducia dataci dai Toscani (QUI la sintesi del nostro lavoro di consiglieri del PD).

Ma abbiamo il dovere di fare di più. Ci aspetta una seconda parte di legislatura in cui investiremo la gran parte degli oltre due miliardi di euro dei nuovi fondi comunitari. In cui attiveremo il sistema delle case di comunità e delle strutture intermedie che il PNRR ci ha finanziato per rilanciare la sanità territoriale. In cui daremo alla Toscana una nuova gestione dei rifiuti, con l’obiettivo di ridurre i costi a carico di famiglie e imprese.

Ancora una volta ce la metteremo volta, tutta. Per onorare la fiducia che ci è stata data. Che non è mai a prescindere.