La crisi di Governo aperta in queste ore dal Movimento 5 Stelle è un danno oggettivo per il Paese. Lo dicono l’incremento dello spread sui titoli di Stato. Lo dice la Borsa. Giuseppe Conte chiede a Draghi più attenzione per la questione sociale aperta dal caro energia e dalla guerra. Ma intanto si pagano milioni in più di interessi sul debito pubblico per la sua scelta di strappare.

Hanno ragione ancora una volta Enrico Letta e il PD, unica parte politica a chiarire, da subito, che l’impegno da qui a mercoledì sarà quello di ricostituire la maggioranza di governo. Ci sono scadenze troppo importanti da rispettare. Lo ha indicato bene anche il Presidente Mattarella, respingendo le dimissioni del Premier. Occupiamoci, dunque, e al meglio, di quelle. Poi, nel 2023, parola alle urne.

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Le elezioni amministrative sono andate bene per il PD. Meno, in Toscana. Non ci è riuscito riconquistare Pistoia, dove al primo turno si è confermato il sindaco uscente. Abbiamo perso per poche centinaia di voti Lucca, al ballottaggio, contro un candidato che, per prevalere, ha dovuto imbarcare anche Casa Pound… Abbiamo ripreso Carrara, con un sindaco donna, in un ballottaggio che la vedeva orgogliosamente coerente col suo progetto, contro una coalizione che metteva insieme Lega, Fratelli d’Italia e anche il candidato sindaco parlamentare di Italia Viva… Abbiamo perso a Monte San Savino, dove altre candidature ci hanno tolto voti decisivi al centro e a sinistra.

Ma dove abbiamo perso, abbiamo comunque ottenuto significativi consensi. Perché il PD c’è, è radicato fra la gente. Rappresenta una prospettiva certa. È affidabile. Mette davanti a tutto l’interesse del Paese. Non è poco.