Nel settennio 2021 – 2027 la Toscana riceverà dai fondi strutturali dell’Unione Europa ben 2,3 miliardi di euro: 1 miliardo e 229 milioni arriveranno dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale (Fesr); 1 miliardo e 83milioni dal Fondo sociale europeo (Fse); 143milioni di euro dal Programma europeo Italia-Francia marittimo.

Le cifre sono riportate nel documento approvato dalla Regione con la decisione 38 dello scorso luglio, contenente le linee strategiche per l’attuazione in Toscana del Regolamento (UE) 2021/1060 del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la programmazione europea 2021 2027. Documento su cui si è confrontato il Consiglio regionale, nella seduta del 28 settembre.

Delle risorse del Fondo europeo per lo sviluppo regionale (Fesr), il 50% andrà alla missione “Europa più intelligente, il 40% a quella denominata “Europa più verde”; lo 0,3% a “Europa più connessa”; l’1,5% ad “Europa più sociale”; l’8,7%, infine, a “Europa più vicina ai cittadini”.

Per quanto riguarda il Fondo sociale europeo (Fse), circa il 23% delle risorse sarà destinato a migliorare l’accesso all’occupazione; il 3,5% sarà destinato a promuovere una partecipazione equilibrata al mercato del lavoro sotto il profilo del genere, delle parità di condizioni di lavoro e di un migliore equilibrio tra vita professionale e vita privata; il 16,7% andrà a migliorare la qualità, l’inclusività, l’efficacia e l’attinenza al mercato del lavoro dei sistemi di  istruzione e di formazione. Il 9,5%,delle risorse del fondo, poi, sarà destinato a promuovere la parità di accesso e di completamento di un’istruzione e una formazione inclusive  e di qualità, in particolare per i gruppi svantaggiati. Il 40,1% sarà per incentivare l’inclusione attiva, per promuovere le pari opportunità, la non discriminazione e la partecipazione attiva e migliorare l’occupabilità, in particolare dei gruppi svantaggiati. Il 4,2% verrà indirizzato per migliorare l’accesso paritario e tempestivo a servizi di qualità, sostenibili e a prezzi accessibili, compresi i servizi che promuovono l’accesso agli alloggi e all’assistenza incentrata sulla persona, anche in ambito sanitario. Il 2,9%, infine, verrà riservato a promuovere l’integrazione sociale delle persone a rischio di povertà o di esclusione sociale, comprese le persone indigenti e i minori (QUI il documento).