Il difficile contesto economico che si sta manifestando, fra post Pandemia e guerra, rischia di creare nuove gravi sacche di povertà diffusa. Anche nel nostro Paese. L’inevitabile rialzo dei tassi di interesse per combattere l’esplosione del’inflazione riduce le capacità del nostro Paese di finanziare misure di sostegno ai redditi con lo strumento del ‘debito’.

Solo investimenti utili e conseguente buona occupazione possono contrastare questo rischio.

Per questo occorre realizzare il PNRR, lavorando innanzitutto sulla sterilizzazione dell’impennata dei costi delle materie prime, e sulle difficoltà di loro reperimento. Ricorrendo, davvero, al’economia circolare, per avere più autonomia.

Poi c’è la necessità di affrontare operativamente il tema dei redditi troppo bassi, superando la contrapposizione fra salario minimo per legge e revisione dei salari tramite contrattazione generale. Contrapposizione che non ha ragione di esistere, come indicano chiaramente le regole che a livello europeo, sul tema, si stanno concretizzando.

Monitorando costantemente l’evoluzione di strumenti necessari ma non risolutivi come il reddito di cittadinanza, la cui natura di sostegno temporaneo deve essere ribadita, attraverso il potenziamento delle attività vincolanti di accompagnamento al lavoro.

Non ci aspetta un periodo facile. Occorre responsabilità. Soprattutto da parte di quelle forze politiche che sempre più sembrano voler staccare la spina al Governo Draghi per qualche illusione di stampo elettorale. Terminare la legislatura anzitempo, coi mesi che ci aspettano, sarebbe un danno al Paese di cui nessuno potrebbe beneficiare.