Ha fatto molto rumore la vicenda dell’indagine sullo smaltimento dei fanghi derivanti dalla depurazione delle acque delle concerie di Santa Croce sull’Arno. Sul banco degli imputati, anche la modifica al processo autorizzativo degli impianti che il Consiglio regionale votò nel giugno scorso, poi impugnata dal Governo e mai applicata. Dopo una accurata istruttoria nella mia Commissione, nell’ultimo Consiglio di maggio abbiamo approvato la modifica che avevamo concordato con il Presidente Giani, e che riporta il quadro normativo regionale alla situazione varata nel 2011, a seguito dei pareri dati, allora, dalla Commissione nazionale per la vigilanza sulle risorse idriche e successivamente confermati da ARERA, l’autorità nazionale di regolazione dell’energia , delle reti e dell’ambiente, relativi alla strumentalità degli impianti industriali alle necessità del servizio idrico integrato per la depurazione di una parte minoritaria di reflui civili.

Un provvedimento che abbiamo voluto assumere per salvaguardare dal contenzioso costituzionale il sistema della depurazione industriale toscano che, in questi anni, partendo da specifici accordi di programma per arrivare, poi, ad una legislazione dettagliata, ha generalmente ben operato per ridurre l’impatto ambientale dei principali distretti produttivi della Toscana.