La commissione Von Der Leyen “bis” è partita.
La maggioranza risicata con cui ha avuto il via libera dl Parlamento Europeo non deve, però, distogliere l’attenzione dalle urgenze che l’Unione è chiamata ad affrontare.
Urgenze che si chiamano crescita comune, da perseguire attraverso investimenti comuni europei, con la priorità di fare della transizione ecologica una opportunità per far progredire le economie dei ventisette. Che attengono al rafforzamento della capacità di garantire pari diritti e pari opportunità in tutti i paesi membri. Che obbligano ad una implementazione del ruolo internazionale dell’Europa, perché diventi il terzo player nello scenario globale, paritetico a Stati Uniti d’America e Cina. Con l’urgenza di un protagonismo nella costruzione della pace giusta in Ucraina e Medio Oriente.
Von Der Leyen ha preso l’impegno, con l’Europarlamento, ad agire secondo le indicazioni del rapporto Draghi. È un buon inizio. Se sarà coerente con questo impegno, nessuna temuta deriva a destra potrà concretizzarsi. Perché la destra, sovranista e populista, è lontana anni luce dai contenuti di quell’analisi.
Soprattutto, lo spazio di crescita economica, politica e sociale dell’Europa sarà, concretamente, ampio. E di questo ne abbiamo, davvero, un grandissimo bisogno.