La caduta del Governo Draghi ha inevitabilmente provocato lo scioglimento anticipato del Parlamento e l’indizione, per il 25 settembre, delle elezioni politiche. È il risultato dell’irresponsabilità di quelle forze che avevano aderito alla richiesta del Presidente Mattarella di sostenere un governo di unità nazionale e che , per calcoli puramente elettorali, hanno fatto cadere l’esecutivo. Nel bel mezzo di una crisi energetica pesantissima, che rischia, se non governata con serietà e capacità, di portare l’Italia in una crisi economica e sociale che non ci possiamo permettere.
Movimento 5 Stelle, Lega e Forza Italia hanno la responsabilità di tutto questo. Chiunque lo neghi, è in malafede. I loro calcoli elettorali, che molto probabilmente non torneranno, rischiano di aprire la strada ad un governo egemonizzato da Giorgia Meloni e da Fratelli d’Italia, con tutte le loro ambiguità: politiche e storiche. Ad un governo lontano dall’Europa, che spaventa i mercati, che non ha le idee chiare su come risolvere il problema energetico ed il caro bollette provocato dalla guerra russa all’Ucraina. Ad un governo lontano da qualunque passo avanti sui diritti civili, anzi, addirittura orientato ad una loro inaccettabile riduzione.
Contro questo rischio, che l’Italia non può permettersi, si concretizza la proposta dei democratici e Progressisti, la coalizione che il Partito Democratico è riuscito a costruire. Con fatica, come ha dimostrato l’incomprensibile voltafaccia di Carlo Calenda, oggi volto di un sedicente terzo polo la cui corsa elettorale avvantaggia indubbiamente la vittoria della destra laddove, invece, ci sarebbe potuto essere un altro epilogo. E con la consapevolezza che il tirarsi fuori dal Governo Draghi ha autoescluso i 5 Stelle da qualunque ragionamento di alleanza.
I media amplificano sondaggi che danno la vittoria sicura della Meloni e dei suoi alleati minori. Fra i quali rientra anche la Lega di Salvini, cannibalizzata dal partito della fiamma.
Ma la partita è ancora da giocare. Con l’impegno di tutti coloro che non vogliono che vada a finire come ci raccontano i giornali. Per il bene dell’Italia. Di oggi e di domani.
Ci sono 25 giorni davanti a noi, nei quali convincere che l’unica proposta di governo che l’Italia può permettersi è quella dei Democratici e Progressisti. Una proposta portata avanti da candidati competenti e affidabili. Come Vincenzo Ceccarelli, a cui non possiamo che essere grati per essersi messo a disposizione in un collegio elettorale dove la partita è difficile ma aperta. Come Roberta Casini, rappresentante della provincia di Arezzo nel collegio plurinominale per la Camera della Toscana del sud. Un sindaco tutti i giorni in mezzo alla gente, di cui ben conosce i problemi veri.
A loro due dobbiamo offrire tutto il nostro sostegno e il nostro impegno, in una campagna elettorale che, mai come questa volta, è davvero quella della scelta.