C’è un problema che sta crescendo in Toscana, sulle cui responsabilità occorre fare chiarezza, per provare a risolverlo.

Il trasporto ferroviario è evidentemente peggiorato, come testimonia la crescita dei bonus che Trenitalia si trova costretta ad erogare ai pendolari per le troppe inadempienze al contratto di servizio, stipulato nel 2019 con la Regione, di cui si è resa protagonista negli ultimi due anni.

Ne abbiamo parlato in una conferenza stampa del gruppo PD in Regione il 12 marzo. Ci siamo ritornati il 19 marzo in Quarta Commissione del Consiglio regionale, con l’audizione richiestaci dal Movimento Consumatori assieme al Comitato Pendolari del Valdarno.

Le cause principali sono note: una rete satura, fra trasporto regionale e alta velocità, che richiede un ammodernamento infrastrutturale importante, non più rinviabile. E scelte aziendali discutibili, come l’esternalizzazione di certe manutenzioni, che complicano la risoluzione di guasti e disservizi a convogli e ferrovia.

Cause su cui la Regione, che controlla e sanziona come previsto dal contratto, non ha, purtroppo, potere di incidere.

Viene da chiedersi, allora, se il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, sia a conoscenza della situazione. E se ne abbia parlato con il suo collega di governo e di partito, Giancarlo Giorgetti, titolare del dicastero dell’economia e delle finanze, il MEF, azionista unico del gruppo Ferrovie dello Stato, affinché metta mano al portafogli per avviare la costruzione delle soluzioni necessarie. Come, ad esempio, il raddoppio della galleria del San Donato, per risolvere gli ormai cronici problemi della linea Arezzo – Firenze. Intervento non finanziabile dal PNRR, per ovvie ragioni di tempistica di realizzazione. Ma coi soldi previsti per il ponte sullo stretto, sì.