Nell’ultima seduta di Consiglio del mese di maggio abbiamo approvato una integrazione alla legge regionale che disciplina le attività estrattive. Abbiamo infatti inserito nella legge regionale 35 del 2015 la regolamentazione del recupero ambientale e paesaggistico di siti estrattivi non più attivi ancorché collocati in giacimenti oggetto di escavazione. Si tratta di cave non più ‘coltivate’, per le quali, però, non sussistevano obblighi di ripristino ambientale o, quando presenti, non è stato possibile farli rispettare. Con queste nuove disposizioni, attraverso un progetto di durata massima di sei anni, sarà attivato il loro recupero, i cui costi potranno essere coperti riscavando e commercializzando al massimo il 30% dei materiali che li era possibile estrarre quando vi operava l’ultima autorizzazione concessa.

Questo tipo di attività di recupero interesserà soltanto le cave di materiali classificati industriali, come la ghiaia, mentre non sarà possibile nei siti di materiali ornamentali, come il marmo di Carrara (QUI la legge).