S come… sanità

Cosa abbiamo fatto

La sanità rappresenta il più importante settore di intervento delle politiche regionali, e assorbe oltre il sessanta per cento del bilancio della Regione (6,4 miliardi di euro l’anno).


La sanità toscana da anni esprime buone performance, risultando sempre fra le prime tre regioni in tutte le indagini realizzate. Ma si può, e si deve migliorare: nelle liste d’attesa, nella sanità territoriale, sopratutto nelle aree più periferiche, nell’appropriatezza delle prestazioni e delle prescrizioni, per ottimizzare le risorse e non generare sprechi nella spesa.

L’emergenza Covid, poi, ha messo a dura prova anche il sistema sanitario toscano, la cui organizzazione ha ben retto all’impatto, grazie alla straordinaria professionalità e impegno di medici, infermieri, operatori.

Con la riforma dell’organizzazione del sistema sanitario, varata nel 2015 con le leggi regionali 28 e 84, oltre a ridurre il numero delle aziende sanitarie locali, accorpandole per ambiti di area vasta al fine di organizzare meglio e prima la risposta nel territorio al bisogno sanitario, si è posto quale principio inderogabile di riferimento per la stessa organizzazione del sistema il “rispetto del criterio di attenzione alle zone disagiate, montane, insulari e di confine, alla loro identità territoriale, alle esperienze ospedaliere maturate”, sula base del quale si sta procedendo al rafforzamento della rete ospedaliera di base e alla valorizzazione delle specificità lì cresciute nel tempo.

Nel febbraio 2019 istituito l’Osservatorio regionale per i tempi di attesa delle prestazioni sanitarie, con il compito di “monitorare i tempi di attesa attraverso l’analisi delle rilevazioni regionali fornendo un report sintetico mensile e un report trimestrale con l’analisi dei trend temporali in particolare sull’andamento delle prestazioni definite dal Piano nazionale per il Governo delle liste di attesa e sulle ulteriori prestazioni di interesse regionale, anche in relazione alle caratteristiche dei diversi regimi di erogazione (istituzionale e libera professione), con particolare riferimento allo stato di avanzamento delle azioni di miglioramento dei tempi di attesa”.

Nel maggio 2019 approvato il “Piano di Governo liste di attesa 2019 – 2021”, per il quale, in caso di superamento dei tempi massimi di attesa, correlati al codice di priorità espresso in ricetta, le Aziende sanitarie devono attivare percorsi di tutela, ovvero percorsi di accesso alternativi alle prestazioni specialistiche in base ai quali, qualora venga superato il tempo massimo di attesa a livello istituzionale, può essere attivata una specifica procedura che permetta al paziente residente, per le richieste di prime prestazioni in Classe di priorità, la possibilità di effettuare la prestazione presso un erogatore privato accreditato nel rispetto dei tempi previsti dalla normativa vigente.

Con la legge numero 29 del giugno 2019 si è introdotta nella legge di disciplina del Sistema Sanitario Regionale la regolamentazione delle Casse della Salute facendole diventare strumento ordinario dell’assistenza sanitaria territoriale dopo gli anni della sperimentazione.

Con la legge numero 83 del dicembre 2019 si è provveduto a rinnovare la disciplina delle autorizzazioni e della vigilanza sulle attività di trasporto sanitario, confermando il modello toscano forte dell’esperienza e delle competenze delle Misericordie e delle Pubbliche Assistenze e definendo i requisiti minimi degli equipaggi delle varie tipologie di autoambulanze.

Nel dicembre 2019 riclassificato l’Ospedale di Montevarchi come ospedale di primo livello, dando così attuazione alla mia mozione approvata in Consiglio regionale nel 2018.

LE RISORSE E GLI INVESTIMENTI IN PROVINCIA DI AREZZO

Le risorse stanziate nel quinquennio per la tutela della salute nella provincia di Arezzo ammontano a 3,7 miliardi di euro.

Per quanto riguarda gli investimenti sanitari nella zona Aretina-Casentino-Valtberina, approvati nel quinquennio 72 progetti per un costo complessivo di 130,4 milioni, fra cui la ristrutturazione del pronto soccorso (9,2 milioni di euro) e delle sale operatorie (4,5 milioni di euro) del San Donato di Arezzo, gli interventi sul vecchio ospedale di Bibbiena per 4,5 milioni; la realizzazione della nuova dialisi; il trasferimento degenza di medicina e HDU, l’accorpamento della degenza di chirurgia generale e Ortopedia (investimenti di 2,7 milioni di euro) nell’ospedale di Sansepolcro.

Nella zona Valdichiana, approvati 9 progetti per un costo complessivo di 14,8 milioni, fra cui la realizzazione della Casa della Salute di Camucia (2,5 milioni di euro), la ristrutturazione dell’ex ospedale di Castiglion Fiorentino per la realizzazione Casa della Salute (2,1 milioni di euro), gli interventi di adeguamento dell’ospedale La Fratta in Valdichiana (investimento di 651 mila euro), la ristrutturazione dell’ospedale di comunità di Foiano della Chiana ( investimento di 575 mila euro).

Nella zona del Valdarno, approvati 4 progetti per un costo complessivo di 4 milioni, fra cui la realizzazione della struttura di assistenza riabilitativa CRT di Terranuova Bracciolini, (2,6 milioni di euro), la ristrutturazione del pronto soccorso a San Giovanni Valdarno (1,2 milioni di euro), la sede provvisoria della Casa della Salute di Terranova Bracciolini (40 mila euro).

Cosa vogliamo fare

Un grande piano di investimenti infrastrutturali in sanità, grazie alle risorse dei Recovery Fund e MES che porteranno alla Toscana 2 miliardi di euro. Edilizia sanitaria, tecnologie, digitalizzazione, telemedicina i settori di prioritario intervento. Con queste risorse straordinarie, nuovi ampi spazi nel bilancio regionale per investire su capitale umano del sistema, mediante nuove assunzioni, investimenti in formazione, integrazione dei fondi negli accordi contrattuali.

Nel primo anno di legislatura, il “tagliando” alla riforma del 2015, valutando la possibilità di una diversa organizzazione aziendale nella Toscana del Sud, la cui azienda unica è quella, delle tre, che ha di gran lunga la maggior estensione della rete viaria.

Sviluppo dell’assistenza territoriale, attraverso l’implementazione delle Case della Salute e l’estensione su tutto il territorio regionale della figura dell’infermiere di comunità quale strumento centrale in n modello di assistenza che previene, cura, monitora il paziente, specialmente se anziano con pluripatologie cronicizzate. il Covid ci impone di allentare la pressione del paziente sui servizi ospedalieri, da utilizzare solo se necessari, portando gran parte dell’assistenza nel territorio.

Potenziamento del ruolo delle farmacie quali fornitori di servizi per il sistema sanitario regionale, come prenotazioni, ricettazione e refertazione elettronica, fornitura di ausili e presidi medico-sanitari,

Definizione di un nuovo rapporto collaborativo con il sistema dei fornitori privati, parte integrante del sistema pubblico integrato di assistenza sanitaria.