Il Covid ci ha chiesto di ripensare i nostri modelli sanitari, per costruire risposte di prossimità ai pazienti  ben sapendo del rischio che sistemi ospedalo-centritici comportano. I lutti della Lombardia sono un tragico, concreto, esempio.

Il modello sanitario toscano è portatore di eccellenze in termini di qualità, efficacia ed efficienza. Ma non basta.

Rete ospedaliera diffusa con valorizzazione delle specificità dei singoli presidi, rafforzamento della sanità nel territorio, con priorità alla rete delle cure intermedie, alle Case della salute, alla medicina di prossimità garantibile attraverso le aggregazioni funzionali territoriali e le figure professionali di comunità, come gli infermieri di famiglia.

Un nuovo patto con la medicina generale e la pediatria di libera scelta, insostituibile porta di accesso alle cure per i cittadini, anche per lo sviluppo della telemedicina quale metodo diagnostico che porta la sanità al cittadino.

Un grande piano di investimenti per la sanità toscana, grazie ai soldi dell’Europa, per ammodernare strutture, macchinari, tecnologie.

Un grande investimento sui professionisti, formativo ed economico, con nuove modalità di incentivazione per favorire la presenza di medici e operatori sanitari nelle aree più disagiate.

Un nuovo rapporto con la sanità privata, per un’integrazione di un’offerta regolata, programmata e controllata in standard, costi e risultati che massimizzi la risposta pubblica alla domanda appropriata di salute dei cittiadni.