Il primo a sfruttarla, nel 1904, per produrre energia elettrica, fu il principe Piero Ginori Conti. Dopo oltre un secolo, il calore della terra, la geotermia, copre oltre il 30% del fabbisogno di energia elettrica della Toscana. Una grande ricchezza di energia rinnovabile presente prevalentemente nei territori delle province di Siena, Grosseto e Pisa, con grandi possibilità di nuovo sviluppo date dalla tecnologia, che oggi consente lo sfruttamento anche dei flussi a minor temperatura.
Proprio per regolare un utilizzo che sia rispettoso dell’ambiente, del paesaggio, delle attività economiche del territorio legate all’agricoltura sostenibile e di qualità e al turismo, la Regione, nella scorsa legislatura, su iniziativa dl Consiglio, ha elaborato una modifica al Piano Ambientale ed Energetico Regionale (PAER), per l’individuazione delle cosiddette aree non idonee allo sfruttamento della risorsa geotermica, zone di quei territori dove questo sfruttamento, in ragione di vincoli ambientali e paesaggistici, potrà essere molto più complesso da realizzare.
Lo scorso luglio il Consiglio adottò la modifica del Piano, attivando così il periodo per la presentazione delle osservazioni da parte di cittadini, imprese, enti locali, associazioni.
A causa di un disguido, una parte della documentazione pubblicata per le osservazioni è però risultata parziale (il “Rapporto Ambientale” e la relativa “Sintesi non tecnica”). Si è dunque resa necessaria una nuova adozione, che il Consiglio ha fatto nella seduta del 13 aprile, per consentire a tutti gli interessati di presentare osservazioni pertinenti alla modifica di Piano come effettivamente adottata.
Nel corso del nuovo esame della documentazione, fatto nella mia Commissione, abbiamo chiesto e ottenuto che le osservazioni pervenute a seguito della prima pubblicazione del luglio 2020, ancorché rese su elaborati non definitivi, fossero comunque prese in considerazione e puntualmente controdedotte, unitamente alle nuove che verranno eventualmente presentate a seguito della ripubblicazione.
Una richiesta, la nostra, improntata alla volontà di dare la massima garanzia di attenzione ai contributi esterni che la procedura scelta per l’adozione e approvazione delle modifiche al PAER ha inteso favorire. Contributi la cui realizzazione ha anche comportato dei costi.