Il 30 gennaio di un anno fa il Covid faceva ufficialmente ingresso nel nostro Paese, con la diagnosi dell’infezione dei due turisti cinesi all’ospedale Spallanzani. Abbiamo passato dodici mesi di lutti, di dolore, di paura, di straordinario impegno dei nostri sanitari. Dodici mesi di crisi economica, dovuta alle obbligate chiusure di imprese e attività commerciali. Dodici mesi di crisi profonda per il settore del turismo, cui è arrivato un po’ di respiro ad agosto, e per il settore della ristorazione.
In quest’ano di sono congelati migliaia e migliaia di posti di lavoro, sostenuti a un sistema di ammortizzatori sociali che , obiettivamente, andrà rivisto. E moltissimi sono andati perduti.
Dodici mesi di didattica a distanza, danno innegabile alla funzione di socializzazione e di educazione alla convivenza che la scuola deve svolgere.
Siamo stati bombardati improvvisamente da un nemico invisibile. Contro cui, però, stiamo imparando a combattere. Con le regole di convivenza sociale in sicurezza: mascherine, contingentamenti, distanziamento, igienizzazione delle mani. Con la tempestività delle diagnosi e lo sviluppo delle terapie, sempre più efficaci. Con l’incredibile sforzo globale sui vaccini, la cui inoculazione è iniziata a meno di un anno dall’esplosione di una Pandemia per cui essi non esistevano.
Saranno ancora mesi difficili, con regioni che torneranno a misure più restrittive in relazione all’andamento dei contagi, andamento che abbiamo imparato a conoscere come ciclico, ad ondate. Ma la strada verso il ritorno alla normalità è tracciata – la vaccinazione di massa – ed è quella giusta.
Teniamo duro. Ancora per un po’
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La Toscana ha riaperto la didattica in presenza grazie ad un serio lavoro di organizzazione dei servizi di trasporto pubblico, il vero punto debole del sistema scuola al tempo del Covid. A quasi un mese dalla riapertura, i dati sanitari ci dicono che l’incremento dei contagi è nella fascia anagrafica 19-34 anni, dunque non coinvolge la popolazione scolastica riportata fra i banchi. È una bella notizia che, se confermata nelle prossime settimane, ci confermerà che la scuola in presenza, anche permanendo la circolazione del virus, è possibile.
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Sono ore cruciali per la soluzione della crisi di governo. Il Presidente Mattarella ha indicato un percorso che non ammette deroghe. La soluzione deve arrivare in pochi giorni. Le emergenze del Paese chiedono un contesto chiaro. Occorre quel patto di legislatura che il PD invoca da tempo: le cose da fare, l’assunzione dei conseguenti impegni, l’individuazione dei tempi di realizzazione. L’Europa ci offre la grande opportunità dei 209 miliardi del Recovery Fund. Dobbiamo spenderli bene e in tempi certi. Questa è l’unica strada per rimetterci in moto.