Nella prima seduta dell’anno del Consiglio regionale, come PD, abbiamo presentato e fatto approvare un atto di indirizzo che, in previsione del ‘tagliando’ alla riforma sanitaria del 2015 annunciato in campagna elettorale dal Presidente Giani, impegna ad una revisione dei confini di quelle zone-distretto che la riforma aveva accorpato e che l’esperienza dell’emergenza Covid ha dimostrato non essere stata una scelta ottimale per i territori.

La Pandemia ha infatti rimesso al centro la strategicità dei servizi territoriali, che in zone molto ampie, come l’Aretina-Casentino-Valtiberina, è più difficile organizzare.

Sin dall’avvio della riforma, varata dalla Giunta Rossi all’unanimità e approvata dal Consiglio regionale con significative modifiche a tutela dei territori periferici (come la previsione delle articolazioni territoriali per le zone aggregate, attivate poi nel 2018 con una mia legge), avevamo preso l’impegno a monitorare gli effetti degli accorpamento, per intervenire con eventuali correttivi se e quando ce ne fosse stato bisogno.

Il momento è arrivato, con l’esigenza di rafforzare l’assistenza nel territorio per liberare i presidi ospedalieri. E ridurre, così, anche i rischi di contagio (qui il testo della mozione).